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#Leggidipiù #Lewis


La ragazza alza lo sguardo verso Lee. Sembrava sollevata. ​«Scusami» dice Lee. «Ti dava noia?»
​«È un tuo amico?» L'accento della ragazza è nordeuropeo.
​«Abita con me. Eravamo preoccupati per lui.» ​
«È un tipo strano.» ​
«È impazzito. Ma prima era a posto.» ​
«Parlava di mucche.»
​«SÌ? Cosa diceva?» ​
«Parlava così in fretta, bla bla bla, che non ho capito molto.» La ragazza fa spallucce e sorride nervosamente.
​Lee pensa che in effetti potrebbe aspettare qui, altrimenti Sol non saprà dove trovarlo quando torna. Si siede a gambe incrociate, guarda il mare, si toglie la sabbia dalle unghie, guarda ancora il mare, poi si volta verso la ragazza. Ha un viso piccolo e carino, anche se insignificante. Bene. ​
«Da dove vieni?» ​
«Svezia.» ​
«Da quanto sei qui?» ​
«Due settimane.»
​«Cosa prendi?»
​«Ho preso un po' di ecstasy, ma non funzione bene. Mi dà solo una leggere eccitazione.» ​
«Ah, ma allora non è ecstasy, è MDM, un'altra cosa. Puoi comprarlo in farmacia. C'è un farmacista trafficone ad Anjuna, dei tizi di Liverpool hanno comprato tutta la sua scorta e adesso la rivendo ai party. Bella truffa.» ​
La ragazza raccogliere la sabbia con le mani, le affonda fino ai polsi e guarda il rivoletto che le scivola fra le dita. Parlano delle loro esperienze di droga con distacco, come contadini che parlano del tempo. Lee scopre di riuscire a concentrarsi e a partecipare alla conversazione fissando il viso, i capelli o le scarpe della ragazza. Se guarda in giro, o punta le sue tette, incomincio ad andare alla deriva e il mondo si inchina nuovamente. Dopo qualche minuto smette di chiedersi cos'è successo a Sol e a Paul.
​«Hai mai sentito parlare dei maiali in acido?» chiede Lee. «Sai che i maiali qui mangiano merda, no? Ne vanno pazzi. Ci sono sopra prima che tu abbia il tempo di pulirti il culo.» Lee ha raccontato quella storiella un po' di volte e la conosce a memoria. ​
«Ah, ma è disgustoso» dice la ragazza, sorridendo però. ​
«Bene, intorno ai bungalow, c'è così tanto acido nella merda che tutti i maiali sono fuori di testa. Costantemente. Maiali psichedelici in acido. È vero. E quando la stagione finisce vanno in astinenza. Ci sono tutti 'sti maiali che schizzano in giro sudando e tremando e fanno oink, oink, dov'è la mia dose?» ​«Questa è forte» dice la ragazza ridendo.
«Ti piace qui?» dice Lee cercando di mantenere viva la conversazione.
«Sì è molto bello, penso. Ma non saprei dire se mi piacciono gli indiani.» ​
«No?» ​
«Voglio dire che sono molto strani per certe cose, sai? Oggi ho avuto una brutta esperienza. Dovevo lavarmi i vestiti. Ho preso un secchio d'acqua dal pozzo davanti casa mia, ci ho messo dentro uno di quei sacchettini di detersivo in polvere e li ho lavati a mano.»
Lee annuisce. La ragazza guarda il mare e la sua voce si alza leggermente.
«Mi sentivo molto etnica, sai, seduta lì a scaricarli bene per averli belli puliti e poi la famiglia si è arrabbiata con me, hanno iniziato a gridare e a urlare e indicare il pozzo. Ua, ua, ua gridavano, ua, ua, ua.» ​
«Hanno idee strane sull'acqua.»
«Sì. E siccome non parlano inglese non riuscivo a spiegare che non avevo nemmeno sprecato un goccio d'acqua, perché ho vuotato il secchio nel pozzo.» ​Per un attimo Lee si chiede se sia il caso di spiegarle che gli indiani probabilmente erano incazzati perché aveva inquinato il pozzo. Decide subito di non farlo. Gli fa piacere capire che è un po' tonta, lo fa sentire rilassato è superiore.


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