Di Luigi Carollo | Presidente Articolo Tre Palermo - Associazione LGBT

Una storia che è bello raccontare, finalmente: la Regione Siciliana ha approvato la legge contro le discriminazioni che istituisce il Registro Regionale delle Unioni Civili.

Una storia bella per diverse ragioni:

1) dopo precedenti tentativi terminati seppellendo i testi direttamente in Commissione questa volta sarà l'Assemblea a doversi pronunciare;

2) il testo è frutto di una buona prassi che ha visto lavorare tutto il movimento Lgbt palermitano insieme alle associazioni siciliane, comprese quelle non Lgbt che fanno parte del Coordinamento Palermo Pride, in costante relazione con le forze politiche, a loro volta anch'esse capaci di collaborare per un comune obiettivo;

3) il testo approvato è di altissimo livello e pone la Sicilia in una posizione di avanguardia: partendo dalla ottima Legge approvata in Liguria (la sola ad aver superato il vaglio della Corte Costituzionale), il Disegno siciliano apporta numerosi miglioramenti in tema di formazione e sensibilizzazione contro le discriminazioni fondate sul Genere e sull'Orientamento Sessuale ed individua precise azioni che permettono alle Associazioni di monitorare il rispetto del principio di non discriminazione (per esempio nei luoghi di lavoro); inoltre, unico caso in Italia, il testo chiede a tutti gli Enti Locali siciliani di dotarsi di un Registro delle Unioni Civili.

Richiesta che trova la sua legittimazione nel fatto che quasi tutti i servizi ai/alle cittadini/e sono gestiti dai Comuni per conto della Regione, che ha rimesso loro una prerogativa che per Statuto appartiene ad essa.

Ed ora è giusto anche raccontare il percorso che ci ha portati a questo importante risultato; per rendere merito all'impegno di molte/i, compreso chi ha lavorato dietro e non sotto i riflettori. Per questo è opportuno ricordare che tutto è iniziato nella precedente legislatura, nel 2011, grazie ad un Ddl sulle Coppie di Fatto presentato da Pino Apprendi ed accompagnato dalle firme di note personalità della Cultura e di parlamentari nazionali, alla cui raccolta ha dato un grande contributo la straordinaria Alessandra Siragusa. Negli stessi giorni arrivava anche dal Centro Destra una proposta di Ddl contro le discriminazioni su iniziativa di Alessandro Aricò.

E' stata un'importante intuizione del Movimento Lgbt palermitano quella di non far procedere in ordine sparso questi due ddl (entrambi insufficienti, se presi singolarmente) e di riunire il lavoro dei due parlamentari in una proposta unica e più complessiva. E questo lavoro è stato fatto, nelle stanze del nostro Coordinamento, grazie all'impegno in modo particolare di Carlo Verri e Claudio Lo Bosco (compagni della mia Associazione) e grazie alla disponibilità dello stesso Pino Apprendi e di Guido Galipò, che coordinava il lavoro a monte del Ddl Aricò. A Carlo e Claudio si deve, inoltre, l'idea di coinvolgere Corrada Giammarinaro, avvocatessa e autrice di alcune leggi regionali contro la discriminazione, che ha portato dentro il nostro Coordinamento l'idea di “volare alto” con un Disegno di Legge complessivo che guardasse appunto all'esperienza ligure addirittura migliorandola ed arricchendola con l'inserimento di un articolato sulle Unioni Civili. A questo lavoro è seguita una fase di incontri con le associazioni siciliane, che ha permesso di costruire un fronte comune su un'unica proposta di testo di legge: un Ddl ispirato alla Legge approvata in Liguria e non una serie di interventi particolari e sconnessi tra loro. Col mandato di favorire il dialogo tra Partiti su questa proposta, invece della competizione tra loro su proposte differenti. Questo era lo stato dell'arte quando la presidenza Lombardo si è interrotta anticipatamente, con le conseguenti elezioni e l'inizio della nuova legislatura con Crocetta Presidente e, soprattutto, la novità dell'ingresso all'ARS del Movimento 5 Stelle. Che ha mostrato immediatamente il suo carattere appunto di novità mettendosi subito all'opera per la redazione di un testo contro le discriminazioni: e lo hanno fatto ripartendo dal modello ligure, integrato con importanti modifiche, in particolare grazie all'impegno di Daniela Tomasino di Arcigay Palermo e di Marco Carnabuci, avvocato della Rete Lenford. Intanto anche Fabrizio Ferrandelli lavorava ad un Ddl sugli stessi temi, anche lui in relazione col Movimento Lgbt. Del resto Fabrizio era già stato vicino al lavoro dell'associazione Radicale “Certi Diritti” (guidata a Palermo da Donatella Corleo, tra i fondatori del Coordinamento Palermo Pride) e di quel Comitato “Esistono i Diritti”, presieduto da Gaetano D'Amico, che ha creato per mesi mobilitazione intorno al Ddl firmato da Apprendi. Una serie di incontri con Ferrandelli, favorita dall'impegno in tal senso di Titti Caterina de Simone, allora coordinatrice del Palermo Pride, ha prodotto un Ddl in realtà assai simile a quello già prodotto dal M5S, con la sola importante novità di un articolo sul Registro delle Unioni Civili, scritto da Carlo Verri. A questo punto abbiamo tutte/i compreso che aveva poco senso la “competizione” tra Ddl simili e, complici anche i riflettori del Pride 2014, abbiamo riunito intorno ad uno stesso tavolo pubblico (proposta della quale sono molto orgoglioso, se posso permettermi un piccolo vanto personale) il M5S ed il PD, portatori delle due proposte simili, il movimento Lgbt ed il Presidente della Prima Commissione, Antonello Cracolici. Che nel frattempo stava lavorando ad un altro Ddl, il terzo sul tavolo quindi, che recuperava il lavoro di Pino Apprendi sul Registro delle Coppie di Fatto, Ddl su cui si era interrotto il lavoro della Commissione nella precedente legislatura. E' stato grazie anche a questa iniziativa e agli impegni lì assunti pubblicamente se da quel momento in poi sono cessati i tre percorsi separati e si è iniziato a lavorare su un unico Disegno che li tenesse tutti insieme. Questo lavoro di unione di disegni di legge ha portato al voto su un testo unico, invece che su proposte contrapposte. Fatto che ha indubbiamente favorito il voto positivo a larga maggioranza. Custodi di questa “unità” sono stati ovviamente il movimento lgbt ed il Presidente della Commissione, Cracolici; ma lo sono stati anche e soprattutto gli amici del M5S: in particolare Claudia La Rocca e Francesco Lupo. Francesco lo cito solo adesso ma in realtà il suo lavoro è stato incessante sin dall'inizio della nuova legislatura, così come la sua relazione col movimento Lgbt. Ed in quest'ultima fase è stato custode anche Paolo Patanè, attuale coordinatore del Palermo Pride, soprattutto per aver mantenuto un livello di interlocuzione costante col Presidente Crocetta che ha permesso che non intervenisse un quarto testo a sparigliare il già complesso confronto. Come vedete questa è la storia di una prassi bella, oltre che buona; una prassi che dal lavoro comune vede nascere solo frutti positivi e che vede il Legislatore lavorare non PER i/le cittadini/e ma INSIEME ad essi/e in una posizione di ascolto e di collaborazione (talvolta, come nel caso dell'on. Claudia La Rocca, con un'umiltà degna di nota e dalla quale in tanti/e dovremmo imparare, dentro e fuori le Istituzioni).