Traendo spunto da due racconti delle Operette Morali di Giacomo Leopardi, Storia del genere umano, la scommessa di Prometeo, la performance si propone di accompagnare l'uditore all'interno di quel viaggio mitico intrapreso da Prometeo tra il genere umano. Allo spettatore sarà posta di fronte l'immagine di un umanità spogliata dai caratteri umani e cinicamente rinchiusa nelle aree più ansiogene della propria immagine; si troverà ad attraversare senza un percorso prestabilito, tre spazi in cui le tre differenti scene del moderno viaggio prometeico saranno esperite, attraverso un mondo metaforizzato, in cui il pubblico sarà proiettato ed accompagnato da suoni e visioni.
I performer possono essere suddivisi in due gruppi: uno stabile negli spazi, che comporrà la visione pittorica; l'altro mobile, il quale avrà la massima interazione col pubblico.


La performance si svolge in tre spazzi pittorici e sono suddivisi in Golgota, Sisifo e Demetra claudicante, immagini semi-fisse dell'azione.
Il Golgota presenta nel proprio spazio tre figure appese in un ponteggio metallico posto al centro dello spazio, interagenti con il pubblico attraverso la voce, impossibilitati nel movimento restano nella posizione lungo tutta la durata della performance; all'interno della stessa pittura quattro figure agli angoli dello spazio, queste in piedi sono poste all'interno di quattro nicchie metalliche, come delle edicole, vestite con camicie di forza sono figure bifronti come il dio Giano.
Lo spazio Sisifo, spazio della coazione a ripetere, è riempito dalla frase “siamo nani sulle spalle di giganti”, e vede la figura incatenata alle mani e ai piedi percorrere lo spazio-montagna con una stessa traiettoria per tutto il tempo della performance, incatenato alla sua dannazione i libri-roccia dai quali non si può slegare e che porta con sé nel suo percorso, la sua interazione oltre che spaziale è sonora. Lo spazio di Demetra claudicante vede una figura femminile.
L'ultima figura, quella corale, è quella delle furie, le quali muovendosi da uno spazio ad un altro liberamene, in modo imprevisto, hanno con lo spettatore un'interazione totale, attraverso corpo voce e spazio. Questi detteranno i ritmi dell'azione, attraverso le macchine dei rumori (tuono, pioggia, saetta), i suoni delle macchine segnano i tempi della performance. Ritmi e tempi come già detto sono segnati dai rumori, precisamente sono scanditi dal tuono. Il ritmo è organizzato in una climax ascendente, l'inizio è lento e costante fin quando il primo rombo di tuono segna l'escalation dell'azione ansiogena, l'atto della frenesia, che accompagnato dallo scroscio della pioggia sempre più intenso, trova il suo culmine nel fragore della saetta, in cui tutte le figure disarmonicamente avranno un'interazione vocale con l'uditore, un'interazione caotica e ansiogena. L'ultimo rombo di tuono chiude questa azione, la frenesia si trasforma in stasi delle figure, lo scroscio della pioggia diventa leggero fino a placarsi; subentra il silenzio.